venerdì 29 novembre 2013

Vincenzo Frungillo IL CANE DI PAVLOV (RESOCONTO DI UNA PERIZIA)

















*
Il vantaggio di studiare la scienza
è vedere tutto nella sua funzione,
prepararti all’amministrazione,
lasciare la linea d’ombra dell’adolescenza.
Una cosa è importante nelle leggi:
sabotare le costanti,
metterle alla prova,
rinvenire la variante,
ciò che resta pur se cambia.
Nelle cavie da laboratorio
si ripete il sacrificio,
l’innominato destino
di chi sorseggia il vuoto
come se fosse fonte prima.
Da lì attinge l’occhio della ragione,
come faceva Freud con i suoi malati,
come faceva Pavlov con i suoi cani.
Per millenni l’hanno fatto i maschi,
io sono stata la prima donna,
questo ha suscitato tanto scalpore,
sono Tatiana che distrugge il suo eroe.
*
L’ho portato nella mia camera da letto.
“Ecco questo è il cane di Pavlov”.
Gi ho detto, mostrandogli la gigantografia
che ho sistemato sulla testa del letto.
“Il cane di Pavlov, uno dei suoi cani,
è stato imbalsamato dopo l’esperimento del 1908,
alla bocca gli hanno applicato una fiala
in cui è contenuta la sua bava”.
“Dio, che schifo!! Non ti fa impressione,
tenerlo sul letto, come fai a dormire
con quel coso sulla testa!”
“Non dirmi che a casa tua,
tu, o tuoi genitori, non avevate un crocifisso?”
Gli ho risposto con pazienza.
“Certo, ma che c’entra!?”
“C’entra un uomo, o meglio il suo cadavere,
che prima di essere stato ucciso
è stato torturato. Diciamo che il cane
è il corrispettivo di quel corpo.
Ogni epoca ha il suo dio,
e la legge per cui si muore.
Chi era il poeta che diceva
bisogna o che la scienza
annienti il cristianesimo
o che faccia tutt’uno con esso?”
-lui mi ha guardata perplesso-
Ma il motivo per cui amo questa foto,
e che più m’inquieta, è che nessuno sa
se la bava contenuta nell’ampolla
sia di prima o di quarta fase,
se esista davvero l’oggetto del desiderio.
Ecco perché amo questa foto,
la tengo sul mio letto”.
“Mi sento poco bene,
mi si secca la gola”.
Lui ha detto con uno strano pallore.
“Non ti preoccupare”.
L’ho rassicurato.
“Tra poco tornerai a salivare”.
-

Vincenzo Frungillo
IL CANE DI PAVLOV (RESOCONTO DI UNA PERIZIA)

Collana: i miosotìs / n. 68
formato: cm 10,5 x 17 in brossura
copertina e interventi grafici: Studio Guida − Napoli
cod. ISBN: 978-88-6730-010-5
pagine: 48 – € 12,00
distribuzionevendita in proprio e in siti internet

Un poemetto che racconta dell'incontro tra Martina e Bruno, e dell'addestramento di lui per stimolo e risposta alla maniera di Pavlov. Nella Milano da bere, dove le relazioni sono ridot-te a giochi di dominio e di sottomissione, l'unico modo per “fuggire la percezione media della vita” è affidarsi alla carne e al dolore. Ed è in questa Milano che si ambienta la storia di un'estasi scandalosa, di cui Martina, la segretaria “senza voce”, stila la “sua” perizia. È un’uscita dal mondo e da se stessi, per cui Bruno può godere solo legato a un letto, in un'agonia che lo porterà lontano anche dalla sua carnefice, rimasta a guardarlo con invidia. Un bestiario in cui la poesia, grazie anche alla coppia cane di Pavlov / oca di Lorenz, getta uno sguardo sulla scienza contemporanea.

La collana – 70 titoli, un’antologia in progress della nuova letteratura italiana, conosciuta e apprezza-ta da lettori di poesia e da specialisti. Sono piccoli fiori di carta – con l’accento alla francese come in una canzoncina per bambini – che continuano a fiorire sugli scaffali delle librerie e dei lettori. Elegan-ti, a un piccolo prezzo, con un contenuto prezioso: da conservare e/o da regalare... per indurre l’effetto dei nontiscordardimé. Dal 2006, oltre alle operette dei vincitori del Premio di Letteratura Mazzacurati – Russo, i miosotìs, a firma di autori di rilevanza nazionale, si sono doppiati nel formato e arricchiti di un CD o di disegni d’arte.
L'autore – Vincenzo Frungillo (Napoli, 1973), vive e lavora a Milano. Ha partecipato a premi come il Delfini
e il Dedalus-Pordenone Legge. Pubblica poemetti in riviste, antologie e libri, tra cui Ogni cinque bracciate. Poema in cinque canti (prefazione di Elio Pagliarani, 2009); La fine di Lucrezio in La fisica delle cose. Dieci riscritture da Lucrezio (a c. di G. Alfano, Petrone 2011) e Meccanica pesante (XI Quaderno di Poesia con-temporanea a c. di F. Buffoni, 2012). Suoi testi sono tradotti in tedesco e americano.
Tutti i libri della casa editrice sono presentati nel sito della d’if, dove è raccolta anche la rassegna stampa alla voce «scrivono di noi».

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