giovedì 1 novembre 2012

Il poema degli anni zero - Marilena Renda e Vincenzo Frungillo

A cura di Luciano Mazziotta, con Marilena Renda e Vincenzo Frungillo
Il primo di quattro incontri -venerdì 2 novembre 2012 ore 21 presso il Circolo dei lettori di Sabir Palermo, via Catania13 - tutti curati dal giovane poeta e critico Luciano Mazziotta, sulla nuova poesia, quella colta e letterariamente consapevole, di autori nati negli anni Settanta/Ottanta. Renda e Frungillo, siciliana lei napoletano lui, si occupano entrambi di critica letteraria, oltre che di poesia. Hanno pubblicato in volume e su siti autorevoli nel mondo letterario, fra cui Nazione Indiana e il blog collettivo Poetarum Silva.

A partire dal 2001, anno di pubblicazione del Tiresia di Giuliano Mesa, questo secolo ha visto un incremento esponenziale della scrittura poematica in Italia. Nell'arco di pochi anni si sono susseguiti Cefalonia di Luigi Ballerini, Le api migratori di Andrea Raos, Neon 80 di Lidia Riviello. Tra questi ovviamente bisogna ancora ricordare le operazioni di Vincenzo Frungillo e di Marilena Renda. Il primo con Ogni cinque bracciate riporta alla luce un poema in ottave, mentre con il suo ultimo lavoro, pubblicato sul Quaderno di poesia contemporanea diretto da Franco Buffoni, riprende la forza filosofica delle argomentazioni lucreziane.
Marilena Renda esce invece nel 2012 con Ruggine. Poema sul terremoto del Belice nel '68. Benché, da un tema così vicino a noi, ci si aspetti una trattazione "neorealistica", Marilena sfuma il linguaggio, dando l'impressione di trovarsi dinnanzi ad una "profezia retroattiva".
La forza filosofica del poema contemporaneo potrebbe spingere ad un'osservazione: si tratta di "carmina", nel senso latino del termine, e nel senso utilizzato da Foscolo per definire il suo "carmen filosofico", i Sepolcri. Come di un lungo testo che implica in sé argomentazioni filosofiche e sfumature narrative.
Questo incontro cercherà di mettere in luce sia gli aspetti delle opere dei due poeti, sia di contestualizzarle all'interno delle scritture coeve, sia di collocarle nell'ambito della poesia italiana del secolo precedente.
Ciò che salta all'occhio, ad ogni modo, è che ad un canone egemone che vede la tautologia tra poesia e lirica, un genere letterario come il poema in realtà non è affatto secondario e ritorna, per ondate, ciclicamente nel panorama della letteratura italiana.





L.M.

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