mercoledì 21 maggio 2008

La magnetoresistenza e la memoria collettiva.

Le ricerche fisiche iniziate negli anni settanta sstanno avendo solo oggi i loro frutti e i loro riconoscimenti. E’ infatti notizia dell’autunno scorso che il premio nobel per la Fisica 2007 è stato assegnato al francese Albert Fert e al tedesco Peter Gruenberg per la scoperta della “magnetoresistenza”. Si tratta di una scoperta parallela dei due fisici avvenuta nel 1988. I due scienziati hanno scoperto nei loro rispettivi laboratori il processo che permette di comprimere i dati in un hard disk. Grazie a loro si può ridurre la memoria umana, o almeno migliaia di dati che la riguardano, in un computer di ridottissime dimensioni. Grazie a Fert e a Gruenberg si è passati dalla misurazione dei dati di memoria in megabyte al gigabyte e ora in terabyte (mille miliardi di byte). I commentatori hanno notato che mai come oggi una scoperta della Fisica ha avuto una ricaduta pratica così evidente ed importante. Sembra chiaro come la Fisica abbia abbandonato, ormai da tempo, le sue pretese teoriche per legarsi strettamente alla tecnologia. I filosofi della scienza fanno risalire questo fenomeno al dopo Einstein ed Heisenberg. La Fisica di oggi ha una ricaduta mondana immediata. Si pensi che i supporti di memoria degli I Pod o dei portatili nascono dalla scoperta di Fert e Gruenberg. La Fisica è ricerca tecnologica che si lega al mercato dei prodotti tecnologici o bellici. Le capacità di manipolazione della materia, le nanotecnologie, influenzano direttamente la nostra memoria, il ricordo che abbiamo del mondo, le nostre relazioni. Le mutazioni antropologiche, cognitive, sono enormi. Il termine “magnetoresistenza” ha una grande forza simbolica. La resistenza alla dispersione, la capacità di trattenere memoria, è legata alla macchina. L’impostazione tecnologico della vita quotidiana è ormai totale. La tradizione è raccolta nell’hard disk che è fondato su un sistema di compressione di lamine sottilissime di metallo su cui si fanno scorrere fasci di elettroni. La tradizione significa trasmissione di dati simbolico-culturali. Questo processo ora avviene per regolazione di un flusso di elettroni. La capacità di memoria è direttamente proporzionata alla forza di compressione. Bisogna eliminare quanto è più possibile gli elementi di attrito. La resistenza torna nella semantica della Fisica ma è una resistenza magnetica. Si torna a parlare di intelligenza collettiva. Rispetto alle scoperte nucleari, però, la fisica tende oggi a comprimere l’energia, a farne un uso misurato. Ma la domanda evidentemente non cambia. Si chiede un personaggio del romanzo Atlante Occidentale di Daniele Del Giudice, nella fattispecie un narratore prossimo al Nobel che dialoga con un giovane fisico impegnato in esperimenti sull’accelerazione della materia: «Le cose stanno cambiando, sono cambiate. Non nel senso generico che si dà a questa frase. Le cose stanno scomparendo. Quelle che arrivano, o arriveranno, ho paura che non potrò più sentirle. Ho paura che potrò solo usarle.» I paradigmi che regolano la realtà sono mutati. C’è una forza, che è anche forza culturale, perché è scelta politica, che mira a questo. Le cose non si possono più vedere, nel senso che non possono essere idealizzate (cioè immaginate) ma si possono solo usare. Il vero scontro di visioni del mondo o di paradigmi interpretativi non è tra cultura e scienza (che possono essere la stessa cosa), ma tra diverse concezioni dello spazio.

1 commento:

Filίa ha detto...

Che la scienza avesse una valenza teorica slegata dalla tecnica è stato un'auto illusione della scienza stessa. Essa oggi non è altro che un aspetto della manipolazione totale dell'ente messa in atto dalla tecnica e, come metti in evidenza tu, il fatto che le ultime scoperte scientifiche hanno un'immediata ricaduta pratica nel mercato globale ne è una conferma lampante. E' vero è una concezione di spazio, aggiungo io che sia oltre lo spazio aperto dal dominio tecnico e che non ne sia solo un ambito, o una riserva all'interno di esso. Resta da capire come agire nello spazio del dominio tecnico e non solo come essere agiti, che è quello che avviene normalmente.